A Bologna esiste una pratica di solidarietà, silenziosa e resistente, fatta da alcuni esercizi commerciali. Lo sanno bene gli operatori e le operatrici delle unità di strada che riescono a intercettare le persone senza dimora, anche grazie alle relazioni di cura messe in campo da questi commercianti. Noi di Piazza Grande abbiamo scelto, attraverso un adesivo, di rendere visibili queste realtà, aiutando i passanti a capire che in quel negozio può ricevere gratuitamente acqua fresca o calda, l’uso del bagno, una presa elettrica per caricare un telefonino, un caffè.
Quello della rete degli spazi accoglienti è solo uno dei filoni aperti della campagna che abbiamo lanciato lo scorso maggio e che prevede la possibilità di immaginare una strategia che ci renda, negli anni, una città homeless zero. Cento manifesti partecipativi in città per stimolare il dibattito sulla casa e per costruire il canovaccio di una grande assemblea pubblica, da programmare in autunno e un appello ai privati che costituisce, indubbiamente, l’obiettivo più concreto della campagna: servono trenta appartamenti per accogliere i senza dimora che da più tempo vivono in strada, insieme alle risorse per avviare in esse dei progetti di housing first.